Comitato Regionale

Emilia-Romagna

L'antica via del guerriero

L'Ado Uisp e lo Shorei-Kan di Reggio Emilia organizzano, sabato 25 maggio 2013, al palazzetto dello sport di Cadelbosco Sopra (Re), un seminario di okinawan kobudo. Intervista al maestro Claudio Montanari

di Stefano Miglio


CADELBOSCO DI SOPRA (RE) - Sabato 11 maggio durante il campionato italiano Uisp interstile di karate a Carmagna Piemonte è stato presentato il Kobudo Shorei-Kan, che ha svolto un'esibizione tecnica all'interno del campionato stesso. Sabato 25 maggio a Cadelbosco di Sopra, in provincia di Reggio Emilia, inizia ufficialmente un percorso di collaborazione con l'Area discipline orientali (Ado) Uisp tramite seminari e stage di Kobudo, aperti a tutti i praticanti. Durante il prossimo incontro si praticherà il bastone lungo bo ed il nunchakù, al termine del quale vi sarà un rinfresco a base di gnocco fritto e salume per i partecipanti allo stage. Per saperne di più su questa disciplina abbiamo intervistato Claudio Montanari, maestro di kobudo e karate, nonché organizzatore di questa iniziativa.

Maestro, da dove nasce la sua passione per l'okinawan kobudo?
"Dire con esattezza da dove nasce la mia passione per il kobudo, tuttora mi risulta difficile. Posso comunque dire di essere rimasto affascinato dai film con Bruce Lee nei quali si mostravano combattimenti con bastoni lunghi equivalenti al bo del kobudo e con nunchakù, oppure dallo sceneggiato televisivo Sandokan, nel quale veniva mostrato il tonfa. Da sottolineare che i film con Bruce Lee, proiettati nella provincia di Reggio Emilia nella prima metà degli anni Settanta erano vietati ai minori di 14 anni, per cui essendo nato nel 1967 potevo accedervi solo tramite le poche scene dei trailers, magari durante un film western, sufficienti comunque per contagiarmi con il loro irresistibile fascino in maniera permanente. Iniziai la pratica del kobudo trent'anni fa in parallelo con il karate shotokan. Mi iscrissi alla scuola del maestro Toshio Tamano, con il quale tuttora studio. Era da poco arrivato in Italia dagli Stati Uniti e stava ponendo le basi per creare un sistema d'insegnamento, lo shorei-kai. Quest'arte marziale era ancora sconosciuta nel nostro paese, in tutti questi anni è stata completata in tutti i suoi aspetti didattici, è cresciuta assieme a me divenendo parte integrante della mia vita. È una passione profonda quella che mi lega al kobudo di Okinawa, in particolare al kobudo shorei-kai".

Quali sono le peculiarità dell'okinawan kobudo?
"Il kobudo di Okinawa è un'arte marziale complementare al karate, tanto da essere anche denominato karate armato, con il quale condivide una varietà di stili. Il sistema shorei-kai coniuga in maniera fantastica le due scuole principali dell'isola di Okinawa, quella del maestro Shinken Taira e del maestro Shimpo Matayoshi. La peculiarità del kobudo di Okinawa, a differenza di quello giapponese che utilizza armi da guerra, è quella di impiegare gli attrezzi da lavoro dei contadini e dei pescatori, utilizzati in situazioni di autodifesa contro i samurai Satsuma che occupavano e dominavano l'isola. Al completamento di tale occupazione, nel XVII secolo, i nuovi dominatori estromisero la classe nobile legata al re delle Ryu Kyu, impedendo loro qualsiasi utilizzo e accesso alle armi in dotazione all'epoca. In quella situazione molti samurai si trovarono disoccupati e costretti a divenire commercianti, artigiani e contadini e si trasferirono a vivere nei villaggi. Questo fu l'inizio di quelle arti marziali che oggi conosciamo come karate e kobudo: gli ex guerrieri convertirono le loro tecniche con i nuovi attrezzi di uso quotidiano, come bo, tonfa, falci, remi, ecc. e le diffusero successivamente tra la popolazione. Proprio per questo motivo le tecniche di karate e kobudo sono le facce di un'unica medaglia che continua a risplendere".

È possibile ipotizzare un parallelo tra gli antichi guerrieri dell'isola di Okinawa e i praticanti odierni?
"Nel Medioevo feudale di Okinawa, durato fino al 1867, si vennero a definire villaggi specializzati nell'uno di uno o due attrezzi, piuttosto che altri, testimoniati tuttora da alcuni nomi di katà classici. Oggigiorno il kobudo è codificato e reso accessibile a tutti coloro che desiderano praticarlo, possono essere utilizzate tutte le armi, indifferentemente, in maniera sicura e tranquilla. Le condizioni di vita per fortuna sono mutate radicalmente da allora, ma lo spirito originale del kobudo è rimasto immutato".

Qual è l'età media dei praticanti?
"È molto variabile, va dai 14 ai 65 anni, ma posso affermare che lo 'zoccolo duro' è costituito da quelle persone che hanno tra i 25 e i 40 anni. È fondamentale la figura dell'insegnante poiché quando si insegna ai più giovani bisogna trovare il modo di farli appassionare alla disciplina in modo che continuino anche quando diventano più grandi".

SERVIZIO CIVILE: Mettiti in gioco con Uisp!

 

UP! Uisp Podcast - Sport, politica e attualità

SPORT POINT - Consulenza accessibile per lo Sport

Differenze in Gioco - Sport libera tutt*

PartecipAzione: AssociAzioni in-formazione

Briciole di Pollicino: la formazione Uisp

Il calendario degli appuntamenti di formazione per istruttori Uisp

Forum Terzo Settore Emilia-Romagna

Il sito del Forum del Terzo Settore Emilia-Romagna